Genitori e insegnanti alla Ministra Azzolina: riaprire scuola a settembre. 60mila firme in 48 ore.
Le parole della Ministra
La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, in un’intervista al Corriere della Sera, ha «spento» le speranze di molti genitori, soprattutto quelli con figli sotto i 14 anni.
Punto primo: la riapertura delle scuole prima della fine dell’anno scolastico, pare un’ipotesi scartata.
Secondo: ha promesso che «se sarà necessaria la didattica a distanza, ci faremo trovare pronti», implicitamente riconoscendo quello che genitori e insegnanti sperimentano da settimane: ossia che per la didattica digitale, mai davvero partita, non c’è un protocollo.
Terzo: ha ammesso che per settembre non stia pensando a ingressi scaglionati, turni mattino/pomeriggio, o altre soluzioni creative lette in questi giorni sui giornali.
C’è un problema di risorse umane: «Sono contraria all’idea di raddoppiare l’orario del personale scolastico», e nessuna idea di provare una messa in sicurezza: «Non mi piace l’idea di studenti con la mascherina a scuola. E come si fa a chiedere ad un bambino di rispettare la distanza di sicurezza?».
Le reazioni di genitori e docenti
Dichiarazioni che hanno rilasciato non pochi strascichi e reazioni da parte delle famiglie.
Per chi ha un figlio in età scolare alle scuole medie inferiori o alla scuola primaria soprattutto, si nota un disappunto sempre crescente: sono sempre meno coloro che ripetono di avere pazienza, e che la situazione comincia ad non essere sostenibile, anche dati i scarsi risultati visti finora.
Oltre al problema che i bambini ed i ragazzi più piccoli non possono stare tante ore davanti agli schermi, come qualche dirigente scolastico ha scritto nelle comunicazioni alle famiglie.
Insomma, nonostante la collaborazione da parte dei genitori, sul lungo termine, la didattica a distanza si sta rivelando uno strumento molto meno efficace rispetto al classico modo di fare lezione.
La petizione online
E così è stata scritta una lettera aperta indirizzata alla Ministra Azzolina, da parte di genitori e docenti. Lettera che è diventata ben presto una petizione online – consultabile qui – e che nel giro di pochi giorni ha raccolto ben 60mila firme.
Da parte dei genitori le preoccupazioni crescenti sono dovute al fatto che qualora ci dovesse essere un rinvio nelle aperture oltre settembre, parecchi di loro si ritroverebbero costretti a dover lasciare il lavoro per stare vicino ai propri ragazzi.
La soluzione baby sitter non sarebbe alla portata di tutti, così come la figura dei nonni per ovvi motivi potrebbe risultare un supporto inadeguato in questi casi.
In sostanza, quello che chiedono genitori e docenti è di bilanciare il diritto alla salute con tutti gli altri diritti fondamentali, fra i quali quello all’istruzione, che non deve essere sacrificato più dello stretto necessario, ma anzi costituire obiettivo primario della ripartenza. Questo per garantire il diritto all’istruzione e pianificare quanto prima tutti gli accorgimenti del caso per una riapertura in totale sicurezza di tutti gli istituti.
Si sente quotidianamente parlare di strategie ed idee per far ripartire le varie industrie quanto prima, ma per ora il futuro prossimo della scuola è ancora tutto da decifrare.
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