Partiti, e poi bloccati, lo scorso anno a causa dell’aggravarsi della pandemia, tornano quest’anno le prove Invalsi. Parliamo dei test in italiano, matematica e inglese (lettura e ascolto), che da ieri hanno iniziato a svolgersi (negli istituti aperti) per i ragazzi di quinta superiore. Il primo giorno previsto dal calendario si sono regolarmente svolte poco più di 3mila prove per gli studenti delle ultime classi delle superiori. «È un dato molto significativo – spiegano dall’Invalsi – se si considera che in 12 regioni le scuole interessate sono chiuse. Stiamo lavorando con le scuole in DaD per assisterle con un nuovo calendario».
In tutto sono circa 490mila studenti coinvolti, che il prossimo 16 giugno saranno impegnati nella maturità (solo orale). La macchina è pronta, assicura la presidente Invalsi, Anna Maria Ajello, da sempre sostenitrice delle prove, anche per capire gli effetti che le lezioni on line che durano da oltre un anno hanno prodotto sui processi di apprendimento degli alunni. Il tema molto caro all’attuale governo Draghi. Ma procediamo con ordine.
Calendario “flessibile”
Il coronavirus e le sue varianti preoccupano, e non a caso l’esecutivo sta valutando nuove restrizioni nelle zone più in difficoltà (le rosse) con la chiusura di tutti gli istituti e l’immediato passaggio alla didattica a distanza. Tutto questo, oltre ovviamente alle quarantene in caso di positivi a scuola, è ben chiaro all’Invalsi che infatti ha predispsto un calendario per far svolgere le prove “molto flessibile”, che si spinge fino a fine maggio per consentire, appunto, a tutti i ragazzi di fare, in sicurezza, i test.
L’eventuale recupero dei gap formativi
L’Invalsi è tornato sotto i riflettori dopo le parole del premier, Mario Draghi, in Parlamento sulla necessità di conoscere i gap formativi dei ragazzi causati dall’abuso di Dad per l’emergenza sanitaria. E uno degli strumenti per testare gli apprendimenti è proprio l’Invalsi. «Dalle informazioni che arriveranno dalle prove – ha aggiunto l’Invalsi – avremo un primo dato importante, senza colpevolizzare nessuno per i tanti eventi contrari che ci hanno colpito in questi mesi. Con queste prove avremmo infatti i primi dati attendibili per poter dire cosa è successo e come e dove dovremo recuperare».
Le prove Invalsi non saranno requisito di ammissione alla maturità
Lo svolgimento delle prove Invalsi non sarà però, come lo scorso anno, requisito d’ammissione alla maturità. Questa almeno è l’intenzione, salvo sorprese dell’ultima ora, che dovrebbe essere scritta nero su bianco nell’ordinanza sugli esami di Stato in uscita dal ministero dell’Istruzione. Oltre all’Invalsi anche le ore di scuola-lavoro non costituiranno ostacolo alla maturità, se non sono state fatte tutte. L’ex alternanza comunque farà parte dell’esame, in un momento dell’orale.
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