Una delle mete preferite quando si parla di viaggio di istruzione è senza dubbio Alberobello in Puglia, con i suoi Trulli che rappresentano tra i 54 siti italiani inseriti dall’Unesco nella World Heritage List. Il nome trullo deriva dal greco τρούλος, ovvero “cupola” e sta ad indicare delle antiche costruzioni di forma conica, realizzare in pietra a secco, che in questo caso è ricavata dalle rocce calcaree presenti sull’Altopiano delle Murge.
I primi trulli
I primi trulli risalgono all’epoca preistorica, e stando dagli studi effettuati erano già presenti nella Valle d’Itria. I trulli più antichi che troviamo ad Alberobello, ancora oggi, risalgono al XIV secolo. Quelli disseminati tra Bari, Brindisi e Taranto, sono utilizzati principalmente come abitazioni, anche se ad Alberobello sono l’attrazione per eccellenza, con il centro storico praticamente formato solo da queste insolite abitazioni.
La costruzione
Queste costruzioni a secco, senza malta, potrebbero risultare poco stabili, ed invece hanno dimostrato di avere una straordinaria capacità statica, che li ha portati a resistere nel tempo. La pianta del trullo è approssimativamente circolare, e sulla base di roccia naturale si innesta la pesante muratura in calce. I trulli sono rappresentarti da unità modulari, e tutta la disposizione interna nasce intorno al vano centrale. Le mura molto spesse e le poche finestre, consentono di avere un equilibrio termico all’interno straordinario, con il fresco in estate e il caldo in inverno.
Il tetto
Il tetto ha la forma di cupola formata da lastre di calcare posizionate in maniera orizzontale seguendo una linea concentrica, le cosiddette chianche nella parte interna, e chiancarelle nella parte esterna. La chiave di volta è spesso decorata con dei motivi che richiamano l’esoterismo, oppure servono per propiziare qualcosa di particolare. Sul tetto vi è un cornicione sporgente, che viene utilizzato per la raccolta dell’acqua piovana, che poi viene convogliata in apposite cisterne. Una vera e propria opera di ingegneria, che resiste nel tempo, ed è ancora normalmente utilizzata ai giorni nostri.
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